Italia, il Paese che al massimo ti accontenta…

Quando ho finito l’università, la prospettiva più allettante era quella di andare a lavorare fuori dall’Italia, quando mi è stato proposto di volare a Dublino, non nascondo che mi brillavano gli occhi. Passata l’euforia iniziale, ho iniziato a fare i conti con la realtà, quella che vivevo ma soprattutto quella che mi stava aspettando. Forse no. Non ero pronta. Non ero pronta a lasciare la mia famiglia, o magari quella che a suo tempo volevo costruire per me. Non volevo lasciare la pizza e il prosciutto crudo. E mi sono “accontentata”. Ho scelto di lavorare a 6 km da casa mia. Di tornare a pranzo a casa, di non passare in weekend in taxi o in aereo.

Secondo l’Istat nel Rapporto sul benessere equo e sostenibile “nel 2016 circa 16 mila laureati italiani tra i 25 e i 39 anni hanno lasciato il Paese e poco più di 5 mila sono rientrati, confermando il trend negativo del tasso di migratorietà dei giovani laureati”.

“La capacità dell’Italia di favorire prospettive di occupazione altamente qualificata per i laureati italiani continua a mostrare segnali decisamente negativi”, sottolinea il rapporto.

Forse io ero tra quelli che sono tornati. Il dubbio di essermi accontentata mi resterà per sempre, in questo paese che non ti soddisfa ma che al massimo ti accontenta.

Zitti tutti! Parla Draghi…

Vi ricordate ai pranzi di Natale quando prima di cominciare la cena della vigilia il nonno voleva dire due parole e partiva quel silenzio tombale in cui tutti si mettevano in seria apprensione?

Ecco più o meno succede la stessa cosa quando prende la parola Super Mario Draghi.

“Riforme strutturali a casa ma pensando anche, allo stesso tempo, a riformare l’Eurozona per rafforzarla e renderla pronta nel caso in cui si presentino nuove sfide”.

Cioè ragazzi, io non avrei saputo dirla meglio!

Per noi comuni mortali? Cari stati Sovrani, fate le riforme omogenee per tutti altrimenti alla prossima crisi, che sia dei mercati, del debito sovrano, del petrolio, delle barbabietole da zucchero… alla prossima facciamo zack!

“L’espansione economica attuale rafforza la convergenza tra Stati, ma per renderla sostenibile occorre anche convergenza di politiche attraverso le riforme strutturali”, ha aggiunto.

L’obiettivo primario è completare l’Unione bancaria.

…che voglia dirci qualcosa sui salvataggi?

Elisabetta Massa

Pensione: l’era delle nonne casalinghe è finita

Se penso al futuro dei miei nipoti non posso che essere preoccupata: ad occhio e croce non sarò mai una donna anziana che li andrà a prendere a scuola per portarli al parco, a meno che loro non vogliano farlo all’università, perché a conti fatti andrò in pensione tra circa 37 anni.

A gennaio partirà la parificazione per l’età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne: le donne del settore privato dovranno aspettare un anno in più per la pensione, 66 anni e 7 mesi. Dal 2019 si aggiungeranno altri 5 mesi correlati all’allungamento della speranza di vita.

Per completare il quadro possiamo aggiungere che finalmente abbiamo raggiunto un primato: siamo arrivati primi, abbiamo battuto tutti sull’età pensionabile! L’età di accesso è la più alta di tutti… beh effettivamente certi traguardi sarebbe meglio evitarli!

Elisabetta Massa