Inflazione e Max Pezzali

Era il 1992. Gli 883 cantavano “Con un Deca non si può andar via, non ci basta neanche in pizzeria”. Beh, volevo dire a Max Pezzali che oggi è anche peggio.

883. Foto dal sito Nonciclopedia.

Un paio di giorni fa, l’Istat ha pubblicato i dati sull’inflazione media di Dicembre e subito ci è sembrato di essere catapultati negli anni Ottanta: 11,8%.
Significa che se prima con 1000 euro potevi comprare 1000 cose da 1 euro, oggi con gli stessi soldi ne puoi comprare quasi 12 in meno. Significa che se vai a fare la spesa il carrello è più vuoto e se continui a rifornirti con 20 euro al distributore di benzina, dovrai andarci molto più spesso.
L’inflazione è la nostra capacità di spesa o se vogliamo scriverla meglio è il tasso di crescita dei prezzi misurati in un determinato mese e confrontati con lo stesso mese dell’anno precedente.
Cioè se l’anno scorso con la tredicesima riuscivi a fare tutti i regali di natale, un weekend sulla neve, quest’anno devi sperare che la nonna ti faccia un bel regalone o di non perdere troppo a Tombola.
Comunque siccome questo è un articolo depressetto, perché è lunedì pomeriggio, sono appena rientrata dalle ferie e sta pure piovendo, voglio aggiungere un po’ di amarezza in più.
Oltre all’inflazione, sono aumentate anche le rate del mutuo, ci avete fatto caso? Se non avete il mutuo, meglio così, potete saltare questo paragrafo, se invece siete nati poveri come me, ora vi spiego cosa sta succedendo.
L’inflazione a seguito del Covid e della guerra in Ucraina e tutta una serie di menate, è alle stelle, quindi la Banca centrale europea deve fare qualcosa per fronteggiare questa emergenza.
Cosa fa? Aumenta i tassi a cui le banche possono prendere a prestito da lei il denaro. Se prima non lo pagavano o lo pagavano pochissimo e di conseguenza le banche stesse lo prestavano a prezzi molto bassi, ora pagandolo tanto lo prestano a noi mortali a prezzi ancora più alti. E non perché sono cattive, ci guadagnano come prima, è solo che lo pagano di più.


Perché? Perché la BCE deve scoraggiare gli acquisti. Se la gente non compra (case, libri, auto viaggi, fogli di giornale…) la domanda cala. Quindi i prezzi dei prodotti offerti si normalizzano e l’inflazione si abbassa.
L’inflazione è come il bono delle superiori. Tutte lo vogliono e lui se la tira. Poi lo rincontri alla cena di classe dei Trentenni e si è stempiato. Non lo vuole più nessuna e lui si normalizza.
Dunque, al netto della delusione di aver rivisto Matteo Giorgi senza capelli, le rate dei mutui salgono perché il parametro a cui è agganciata la rata del mutuo sale con le manovre BCE.
La buona notizia è che il peggio sembra essere passato.


Elisabetta Massa

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