Avete presente quando siete al mare a prendere il sole ed ad un tratto arriva Lei. La strafiga in micro bikini Yamamay, sopracciglia tatuate e una quarta coppa B rifatta con i soldi con cui tu ti sei pagata il master alla Cattolica? Tutti quelli che stavano parlando con te, ammutoliscono e si girano a guardare con un’aria da apparizione celeste e tu pensi “Ma diamine! Sono finte!”
Ecco, questo è il dumping. Tecnicamente una concorrenza sleale, con cui alcuni paesi cercano di buttare i competitor fuori dal mercato applicando prezzi stracciati, anche al di sotto del costo di produzione.
Si tratta di una pratica molto cara alla Cina che negli ultimi anni ha collezionato ben 53 provvedimenti antidumping e sei indagini in corso, come si evince dal grafico.

La Commissione europea ha appena aperto una nuova indagine sulle importazioni di acciaio turco.
Quando la Commissione europea, su richiesta delle aziende europee, accerta una pratica scorretta, introduce dazi contro il paese di origine per riportare i prezzi alla normalità. Questi provvedimenti sono necessari per salvaguardare i posti di lavoro nostrani. Solitamente i settori più a rischio sono il metalmeccanico e il manifatturiero.
Generalmente queste pratiche scorrette sono appoggiate dal paese di origine per appropriarsi di mercati esteri, come casi eclatanti ricordiamo la compravendita di acciaio e altri materiali siderurgici.

P.s. Lo ammetto, la mia è tutta invidia.
Elisabetta Massa