Italia, il Paese che al massimo ti accontenta…

Quando ho finito l’università, la prospettiva più allettante era quella di andare a lavorare fuori dall’Italia, quando mi è stato proposto di volare a Dublino, non nascondo che mi brillavano gli occhi. Passata l’euforia iniziale, ho iniziato a fare i conti con la realtà, quella che vivevo ma soprattutto quella che mi stava aspettando. Forse no. Non ero pronta. Non ero pronta a lasciare la mia famiglia, o magari quella che a suo tempo volevo costruire per me. Non volevo lasciare la pizza e il prosciutto crudo. E mi sono “accontentata”. Ho scelto di lavorare a 6 km da casa mia. Di tornare a pranzo a casa, di non passare in weekend in taxi o in aereo.

Secondo l’Istat nel Rapporto sul benessere equo e sostenibile “nel 2016 circa 16 mila laureati italiani tra i 25 e i 39 anni hanno lasciato il Paese e poco più di 5 mila sono rientrati, confermando il trend negativo del tasso di migratorietà dei giovani laureati”.

“La capacità dell’Italia di favorire prospettive di occupazione altamente qualificata per i laureati italiani continua a mostrare segnali decisamente negativi”, sottolinea il rapporto.

Forse io ero tra quelli che sono tornati. Il dubbio di essermi accontentata mi resterà per sempre, in questo paese che non ti soddisfa ma che al massimo ti accontenta.