Difesa Banche: basta lo scudo… o serve anche la spada?

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Mi chiamo Pier Carlo Padoan, comandante dell’esercito del nord, Ministro dell’Economia italiano, servo leale dell’unico vero imperatore Mario Draghi, padre di un sistema bancario distrutto , marito di una riforma che protegge gli investitori… e avrò la modifica di legge, in questa vita o nell’altra.”

Immaginatevi il Ministro dell’Economia Padoan, con l’armatura da centurione a richiedere una modifica del bail-in… in particolare l’introduzione di uno scudo salva banche… chissà se Russell Crowe potrebbe reggere il confronto.

Proprio in questi giorni si sta discutendo la possibilità di introdurre uno scudo salva-banche per alleggerire la posizione degli investitori privati delle banche. Per capirci, vorrebbero evitare ciò che è successo a novembre con l’azzeramento delle azioni e delle obbligazioni subordinate di Carichieti, Banca Marche, Banca di Ferrara e Banca Etruria.

Si tratterebbe di un fondo privato, di circa 7 miliardi di euro in cui potrebbero partecipare le banche, le assicurazioni, gli asset manager italiani e la CDP.

L’obiettivo? Assorbire le passività degli istituti in difficoltà a prezzi di mercato e aiutare gli aumenti di capitale. A partire da Pop Vicenza, Veneto banca e Banco Popolare.

I dubbi da sciogliere sono ancora molti: la partecipazione è obbligatoria o volontaria? Bruxelles bloccherà tutto configurandolo come aiuto di stato? A che prezzi comprerebbero i crediti deteriorati? Perché le popolari sì e gli azionisti azzerati a novembre no?

Staremo a vedere… se al suo segnale si scatenerà l’inferno.

 

Elisabetta Massa

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