Nella top ten delle sensazioni migliori della giornata, sul podio troviamo: togliersi i tacchi dopo una giornata intera, avvistare il cameriere che arriva con la nostra pizza e, last but not least, il fatidico “ultimo giorno di lavoro”.
Generalmente ci riferiamo al venerdì sera, quel momento mistico in cui il cervello dimentica completamente anche l’indirizzo dell’ufficio e inizia a ottimizzare l’organizzazione del tempo libero nel weekend.
Ecco, è a questa sensazione che si riferisce David Spencer, docente di Economia dell’University of Leeds, il quale sostiene che il weekend di tre giorni possa migliorare la salute e la produttività dei lavoratori.
L’articolo, scritto dall’economista per The Conversation , spiega che «Lavorando la maggior parte del tempo, perdiamo occasioni preziose per stare con famiglia e amici». E soprattutto perdiamo l’abilità di fare ciò che «dà valore alla vita», causando danni alla salute fisica e psichica.
La Svezia, che si sa è avanti anni luce, non è rimasta indifferente a questa problematica e al fine di incrementare il “tasso di felicità” del Paese, ha in mente di sperimentare la giornata lavorativa di sei ore.
Molti impiegati hanno già adottato il cambiamento con l’obiettivo di compiere più attività lavorativa in un minor lasso di tempo, così da poter avere a disposizione più ore da dedicare alla propria vita privata.
La Toyota è passata alle sei ore ben tredici anni fa con il risultato che la società ha avuto dipendenti più felici, un più basso tasso di avvicendamenti tra i lavoratori e un incremento di utili.
Full-time di 6 ore… Mamma, vado a vivere in Svezia!