Pagare ormai è diventato una consuetudine, lo facciamo tutti (o quasi) e tutti i giorni.
Ma vi siete mai chiesti per quale motivo spendiamo i nostri soldi? Proviamo a fare chiarezza.
C’è una grossa differenza tra TRIBUTO, CONTRIBUTO, IMPOSTA e TASSA, anche se comunemente li utilizziamo come sinonimi.
Il tributo è un termine generale che indica un prelievo riscosso, quindi vale come termine generico per indicare tasse, imposte, ecc.
Il contributo invece è un prelievo di ricchezza richiesto a coloro che traggono benefici dalla realizzazione di opere o servizi pubblici.
L’imposta invece rappresenta una parte di ricchezza della gente comune che lo Stato e gli altri enti pubblici prelevano in modo forzoso per fronteggiare le spese statali necessarie per soddisfare i bisogni pubblici, si tratta quindi di spesa pubblica non finalizzata.
Esempi di imposta sono l’IRPEF, l’IVA, l’IMU, l’IRES.
Differente dall’imposta è invece la tassa: corrispettivo che un privato deve ad un ente pubblico per la fornitura di un bene o di un servizio. Si differenzia dall’imposta perché è rivolto a finanziare una specifica spesa.
Non importa se sei bello, brutto, alto, basso, pelato… se c’è da pagare, non puoi scappare!
Detto questo, proviamo a capire come sono tassati gli investimenti finanziari.
Dal 1° Gennaio 2012 Mario Monti ha introdotto una modifica alla vecchia tassazione dei Prodotti finanziaria: inevitabile come la visita della suocera la domenica mattina troviamo l’imposta di bollo: 34,20€ per le persone fisiche, 100€ per le aziende. Alle persone fisiche non si applica se la giacenza media dell’estratto conto è inferiore a 5000€.
Il bollo si applica sugli estratti conto e sui libretti di risparmio, nonché sui prodotti finanziari. I numeri citati in precedenza riguardano gli importi minimi da pagare, mentre l’aliquota effettivamente da versare è del 2 per mille.
Oltre al bollo sui prodotti finanziari si applica la tassazione delle plusvalenze: 26% sui proventi derivanti da depositi a risparmio, buoni fruttiferi, gestioni patrimoniali, polizze vita e fondi comuni.
Ai titoli di Stato italiani, quelli equiparati, le obbligazioni emesse da Stati della White List, titoli di Stato immessi nelle gestioni patrimoniali, polizze vita e fondi comuni, viene applicata una tassazione delle plusvalenze agevolata: 12,5%.
Tasse, imposte, il mondo finanziario è complicato ma cosa c’è di più bello che essere coscienti di come stiamo spendendo i nostri soldi?
Elisabetta Massa