Se dovessi fare un parallelismo con il referendum di indipendenza della Catalogna non potrei far altro che ricordare le mie crisi adolescenziali, in cui minacciavo mia madre di andare via di casa… per trasferirmi a casa di nonna.
Il 1 ottobre si è svolto in Spagna il referendum, giudicato anti costituzionale, in cui i cittadini dei paesi della Catalogna spagnola sono stati invitati a esprimere il proprio voto per chiedere l’indipendenza della regione dal resto del Paese.
Epilogo? Sono volati un sacco di schiaffi fuori dai seggi!
L’idea di Barcellona era quella di chiedere l’indipendenza dalla Spagna ma non dall’Unione Europea. Vorrebbe quindi continuare a mantenere la moneta unica ed il mercato unico.
Tra le tesi portate dai Catalani innanzitutto si rimarca la loro importanza all’interno del Pil spagnolo, in quanto ne rappresentano più del 20%. Eppure uscire dalla sovranità spagnola esporrebbe la regione a due scenari valutari possibili:
1. Mantenere l’euro e il mercato unico, come attualmente fa il Montenegro;
2. Utilizzare una valuta regionale che le farebbe perdere di credibilità agli occhi degli investitori esteri.
Questo è senza dubbio il nodo fondamentale della questione, in quanto anche le esportazioni ne subirebbero indubbiamente le conseguenze, affossando così una delle principali fonti di sussistenza della Catalogna.
A livello bancario si innescherebbe una sorta di meccanismo Brexit, con fuga delle sedi principali altrove.
Ma come sarebbe l’Europa se tutti i movimenti indipendentisti avessero la meglio sugli stati sovrani?
Nella cartina elaborata da un utente di Reddit, vediamo un mosaico di staterelli degni di una lunghissima partita a Risiko!
Quale sarà la prossima mossa di Barcellona? Guerra di secessione con Piqué ai cannoni?
Elisabetta Massa