A Parigi non c’era calcio e ora c’è più del calcio. Laurent Blanc al comando e una rosa milionaria che vanta nomi del calibro di David Luiz, Thiago Silva, Cavani, Ibrahimovic.
Non è solo pallone: dietro al Paris Saint-Germain e ai suoi movimenti ruota un bel pezzo di potere francese. Questa è una storia che fa dello sport qualcos’altro. C’è una strategia precisa, intorno al Psg: sport, affari, politica, relazioni internazionali. Tutto intrecciato e tutto interconnesso.
Perché mai uno sceicco che ha tanta liquidità, Tamim bin Hamad al-Thani, avrebbe dovuto investire in un campionato minore come quello francese?
Parigi era l’unica capitale d’Europa a non avere una squadra di livello internazionale, l’unica metropoli europea a non essere da Champions league. Qui lo sport c’entra fino a un certo punto. C’entra a parole, è un cavallo di Troia.
Il Psg fu acquistato dal Qatar Sport Investment (Qsi), braccio sportivo del fondo sovrano del Qatar fondato nel 2005 dallo sceicco al-Thani, principe ereditario di questo piccolo emirato affacciato sul Golfo.
Ricchissimo il suo fondo, ricchissimo il suo Paese, ricchissimo lui, che in Francia è di casa. Non fu una scelta casuale.
L’allora Presidente Sarkozy nominò Al-Thani grande ufficiale della Legion d’onore. Non è strano, quindi, che qualche mese dopo sia diventato il proprietario del Psg?
Mondiali 2022: Secondo i rumors, Sarkozy sarebbe stato molto attivo anche nei giorni in cui il Qatar cercava di ottenere dalla Fifa l’organizzazione dei Mondiali del 2022. Sarkò avrebbe convocato l’emiro e il Presidente UEFA Michel Platini.
A distanza di pochi giorni da quell’appuntamento il Qatar ottenne l’assegnazione del mondiale.
Coincidenze: Molti gruppi imprenditoriali francesi (da Alcatel a Le Meridien) saranno coinvolti nel grande business legato all’organizzazione del primo mondiale arabo.
Tuttavia il più importante settore dell’economia qatariota resta il gas.
Le infrastrutture per lo sfruttamento degli immensi giacimenti naturali sono in mano a due società, una è giapponese, l’altra è la francese Technip. Nodi su nodi. Con il calcio a fare da ponte. Il Paris Saint-Germain è quindi un dettaglio di una partita molto più ampia.
E ai Francesi piace? Sì, perché SPENDE.
Ci sarebbero alcuni aspetti da considerare riguardo quest argomento;ad esempio il perchè alcuni club vengano gestiti come grandi aziende multinazionali che però “non possono fallire” ed hanno agevolazioni fiscali e norme ad hoc,con i conti in rosso che sembrano penalizzanti solo per i club più piccoli…indebitamenti,strani accordi con le banche (As Roma-Unicredit)per non parlare di quella farsa che risponde al nome di “Fair Play finanziario”..
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Ad oggi tutto è business. Tutto è “accordi”. Basta pensare agli scandali calcistici che coinvolgono addirittura le categorie d’eccellenza.
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Beh certo,ma ci sono interessi in ballo che vanno oltre e privilegiano queste realtà rispetto alla semplice impresa,che fallisce mandando centinaia di famiglie “in mezzo alla strada”.intendo dal punto di vista legislativo,poi ci sono casi e casi(ad esempio il Parma,club provinciale con una storia comunque illustre che non è stato salvato da decreti o “salvagenti” come successe col Napoli o la Fiorentina).Ci sono sport che nonostante il giro d’affari sono molto più “puliti” ed hanno una regolamentazione chiara,tipo gli sport americani.Il calcio è sempre peggio da questo punto di vista.
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