Ormai la parola “spread” è passata di moda, lo abbiamo capito tutti che cosa significa, quindi dobbiamo trovarne un’altra da dire al bar.
Bail-in. Ma che cosa significa? “Posso avere due etti di bail-in?”, “Questo bail-in rosso ti sta da favola!”, “No bail-in, no Party!”. Eccolo! Il nuovo tormentone dell’anno.
A Settembre 2015 il Governo italiano ha approvato le nuove regole sulla risoluzione delle crisi bancarie, in ricezione di una direttiva europea .
In poche parole viene introdotto anche nel nostro Paese l’istituto del “salvataggio interno” in base al quale gli oneri del salvataggio di una banca in fallimento gravano in primo luogo sugli azionisti e poi, a seguire, su chi possiede obbligazioni, fino ad arrivare ai grandi correntisti (l’eccedenza sui 100mila euro).
E’ un po’ come andare a fare shopping, comprare un sacco di vestiti nuovi fighissimi, scarpe fashion e cappelli all’ultimo grido. Poi però il negozio dove vai sempre a fare spese, sull’orlo del fallimento a causa della “crisi”, manda la commessa a casa tua, nel tuo armadio e lei si riprende il 20% dei tuoi vestiti.
Tu non puoi farci niente… se non scegliere bene il negozio dove andare a fare shopping. Meglio una catena nazionale, con tanti negozi e un marchio riconosciuto… Almeno avrai una sicurezza in più!
Per dovere di cronaca le banche in amministrazione controllata da Banca d’Italia nel 2015 sono:
- Istituto per il credito sportivo
- Cassa di risparmio di Ferrara
- Banca delle Marche
- Bcc Irpina
- Cassa di risparmio di Loreto
- Banca popolare dell’Etna
- Banca padovana credito cooperativo
- Cru di Folgaria
- Credito trevigiano
- Banca popolare delle province calabre
- Cassa di risparmio della provincia di Chieti
- Banca di Cascina
- Bcc Banca Brutia
- Bcc di Terra d’Otranto
- Banca popolare dell’Etruria e del Lazio
Elisabetta Massa