Inizio anno col botto. Coreano

hqdefaultNon si può certo dire che il 2016 sia iniziato nel migliore dei modi: tra il countdown di Rai 1 sbagliato, il prezzo del petrolio in caduta libera, la crisi cinese e i dati macro americani in diminuzione, mancava soltanto la Corea del Nord che si mettesse a giocare a Risiko!

Cos’è successo? 6 Gennaio 2016, la Corea del Nord ha sfidato il mondo e i suoi fragili equilibri geopolitici, effettuando a sorpresa, un test nucleare. Secondo le fonti del governo coreano si tratta di un ordigno ad idrogeno.  La reazione dei vicini di casa è stata durissima, la Cina ha assunto il ruolo del marito che trova l’amante della moglie nell’armadio. Spiazzata e indignata.

Stessa reazione per Giappone, USA, Russia e tutta l’Europa, che hanno convocato d’urgenza il Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Perché dovrebbe interessarci? Inutile nascondere che negli ultimi mesi siamo seduti su una polveriera e nuove tensioni non aiutano di certo. I mercati finanziari nella giornata del 6 e del 7 gennaio hanno scontato, e stanno scontando ancora, il terrore dell’instabilità geopolitica. Il mondo è spaccato in fazioni contrapposte anche se gli schieramenti non sono più così chiari.

L’opinione pubblica indignata per il quarto test nucleare della Corea… ma cosa ci preoccupa maggiormente? Le sorti del pianeta? Le radiazioni? Se fosse soltanto un problema ambientale, dovremmo essere più infuriati con l’America che dal 1945 ad oggi ha effettuato più di mille test nucleari.

Le preoccupazioni maggiori riguardano la disobbedienza del governo coreano, che nonostante le sanzioni dell’Onu, continua il suo progetto di potenziamento degli armamenti. Una sfacciata violazione dei trattati internazionali.

Per il mese di maggio sono in atto i preparativi per l’attesissimo Settimo Congresso del Partito dei Lavoratori di Corea e il leader Kim Jong-un ha bisogno di dare un segnale forte a tutti i partecipanti, far passare il messaggio che la Corea del Nord può essere una Super potenza… come se avere una bomba nucleare rappresentasse la misura per esserlo. Quasi sempre queste dimostrazioni di forza a carattere militare vengono intese come uno sfoggio di potere da parte del leader in carica, con l’obiettivo di ricompattare le Forze armate e la popolazione, che invece sopravvive in condizioni economiche e sociali alquanto proibitive… cercando di tenere alta la bandiera nazionalista.

Kim Jong-un ha scelto di fare questo test in un momento delicato per molti paesi asiatici: in diversi Stati il controllo politico è mutato da poco, come in Giappone o sta per cambiare come in Corea del Sud o in Cina.

Ora cosa succederà? Tutto dipende da quanto è arrabbiata la Cina. Se diamo uno sguardo al 2013 possiamo ricordare che Pechino, membro permanete del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con diritto di veto, decise di condannare la sua storica alleata, espandendo le sanzioni al regime in modo da rendere più difficili per la Corea i trasferimenti di denaro. Tuttavia l’obiettivo della Cina, in questo momento così delicato per la sua economia, è soltanto uno: la stabilità. Nel momento in cui si decidesse di punire ulteriormente la Corea del Nord, ci sarebbe un fortissimo esodo di profughi terrorizzati e una schiera di soldati americani al confine, inviati direttamente dalla Corea del Sud.

Situazione tutt’altro che bella. Proprio come il vestito dell’annunciatrice coreana.

Elisabetta Massa

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