L’articolo 75 della Costituzione vieta espressamente di svolgere un referendum che abbia come oggetto i trattati internazionali. “E’ indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”.
Ma fantasticare non fa mai male: voi come la pensate su un possibile Ital-exit?
Elisabetta Massa
Ragazzi non scherziamo: sarebbe un suicidio tragico. Prodi e Mitterand, a suo tempo, commisero un grosso errore ad accettare le regole di “parità” tra le varie divise. In più, noi commettemmo l’errore di entrare nell’€uro, senza essere né pronti economicamente, né demograficamente. Non ci dimentichiamo, però, un dettaglio: l’Italia veniva da oltre tre anni di esilio dallo S.M.E -l’allora “serpentone” monetario, che formava quel paniere di valute estere che era il riferimento dell’E.C.U.- E, dopo aver svalutato a favore della Germania (delle due germanie) a settembre del ’92, l’ngresso ci era dovuto. L’accordo -non scritto e mai raccontato- era questo. Fu un tragico errore, ed il perché lo sappiamo da almeno 7/8 anni. Ma sarebbe un errore ancor più fatale immaginare, anche solo, di poter fare marcia indietro. Guardate gli aggregati economici, il “conto economico” ed il “capitale netto” italiano ad oggi, rispetto al ’96. Immaginare che possa rivelarsi una carneficina -soprattutto per il risparmio finanziario e gli investimenti mobiliari (vedi anche bond e buoni fruttiferi) è puro eufemismo. Buon lavoro, Elisabetta.
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