2014. Tercas, Cassa di RISPARMIO di Teramo. Banca locale, che valorizza il territorio. La banca di cui tutti gli abitanti si fidano. Conosco il direttore, la cassiera è la figlia del mio vicino di casa. Tutto molto bello.
Sì, ma dove sono finiti i 600 milioni di euro che mancano dai conti? Prestiti sospetti, scalate illegali. Solito cliché.
L’importante è che qualcuno questi soldi ce li rimetta… Ma chi? 265 milioni di euro sono stati gentilmente versati dal Fondo di tutela dei depositi di Bruxelles, il resto da una disinteressata ricapitalizzazione offerta da Banca Popolare di Bari.
Basta così? No, le azioni le azzeriamo. Cari azionisti, la banca di cui vi fidavate, contava anche su di voi!
2015. Sempre Tercas. Bruxelles ci ha ripensato. Effettivamente non ha ancora approvato del tutto gli aiuti concessi per il salvataggio.
Leggiamo cosa dice Maccarone, presidente del Fondo di tutela :”Se Bruxelles dovesse sollevare obiezioni in tema di aiuti di Stato“, come ha fatto i progetti di salvataggio di Banca Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche, “vuol dire che dovranno essere restituite le risorse ricevute dal Fondo interbancario frutto dei contributi obbligatori della banche, ma con le modifiche statutarie del Fondo, potremmo sostituirle con i contributi volontari”.
Il Fondo di risoluzione interviene quando la crisi di una banca rappresenta un pericolo “per l’interesse pubblico” come nel caso della quattro banche in questione che per la loro dimensione totale possono avere, in caso di liquidazione, un impatto sistemico nazionale.
“Nel caso di Tercas, difficile sostenere l’interesse pubblico in quanto si tratta di un caso singolo e di minore dimensione.”
Morale della favola? L’aiutino sarebbe irregolare e configurato come una distorsione del mercato.
Ad ogni modo il problema è uno: il tempo stringe… e a gennaio arriva il mostro, il Bail-in!
Cari correntisti, salvate i vostri soldini. Ci voleva un morto per parlarne in TV.
Elisabetta Massa