Siamo in pieno clima natalizio. Un tripudio di luci, festoni e palle che farebbe impazzire il più tranquillo dei misogini. I bambini non vedono l’ora di scartare i regali e le nonne non vedono l’ora di cucinare. Il mondo emotivamente spaccato in fazioni contrapposte. Tranne che per una cosa. La corsa ai regali. Che tu sia bello, brutto, simpatico, alto, biondo, calvo o perennemente in lotta col mondo, non ti salverai dal bisogno di acquistare un dono per il 25 Dicembre.
Vediamo come ci spingono a comprare.
L’arte di convincere i consumatori ad acquistare è diventata una scienza che non tralascia nulla, dagli studi psicologici agli studi sul comportamento… niente è lasciato al caso: colori, profumi, trucchi e strategie.
Si chiama Neuromarketing. Vi siete mai chiesti perché appena entrate da Mc Donald’s siete presi da un’irresistibile voglia di mangiare? La risposta è RTX9338PJS. Si tratta di una bomboletta spray che contiene aroma di cheeseburger al bacon che viene spruzzato nei condotti di aerazione per invogliare i clienti a consumare. Questa pratica prende il nome di sensory branding.
Il profumo dello shopping. Da uno studio condotto qualche anno fa da Eric Spangenberg, emerse che diffondere profumo di vaniglia in un negozio di abbigliamento femminile faceva raddoppiare le vendite. Ci avete mai fatto caso che il banco del pane nei supermarket si trova sempre vicino all’ingresso? Perché l’odore del pane stimola l’appetito e fa percepire come freschi anche prodotti che non lo sono.
Come cavie da laboratorio. Si tratta di veri e propri esperimenti che, richiedono addirittura l’uso di strumenti medico/scientifici come la tac o la risonanza magnetica per scoprire cosa succede al nostro cervello quando ci troviamo in presenza di un prodotto sugli scaffali del supermercato o quando assistiamo a uno spot in tv.
Nessuno si può salvare. Tutti pazzi per lo shopping.
Elisabetta Massa