Ogni volta che provate a lamentarvi dei vostri contratti co.co.pro, degli F24 da pagare, dei soldi a fine mese che non bastano, arriva sempre il finto filosofo neochic che cerca di tranquillizzarvi dicendo: “Ma i soldi non danno la felicità!”
E invece no. Avere il conto corrente in attivo non sarà l’unica fonte di felicità, ma ci dà una bella mano!
La scienza finalmente si è pronunciata: i soldi possono dare la felicità. Ma che reddito bisogna avere per svegliarsi ogni giorno col sorriso?
Secondo uno studio della Princeton University, il livello di benessere soggettivo cresce all’aumentare del saldo di conto corrente. Questo è ciò che emerge dall’analisi dei risultati del sondaggio Well-Being Index svolto su 450.000 americani nel 2008-2009 dalla società di rilevazione Gallup Organization.
Il prezzo della felicità. Secondo i professori della Princeton, il benessere può essere di due tipologie: quello emotivo, riferito alle esperienze giornaliere come la gioia, lo stress, la tristezza, la soddisfazione, insomma tutti gli stati d’animo che rendono felice o meno un individuo, e poi quello che riguarda la percezione che ognuno di noi ha della propria vita. Dalle ricerche risulta che i due tipi di benessere reagiscono diversamente alle stimolazioni del reddito.
Quando il reddito aumenta, aumenta anche la percezione del proprio stile di vita, che cresce in modo costante; anche il benessere emotivo cresce con il reddito, ma solo fino alla soglia dei 75.000 dollari annui (circa 60.000 Euro), valore oltre il quale la crescita si arresta.
Se il reddito scende sotto i 75.000 dollari annui, la felicità diminuisce ed aumentano stress e malinconia, in caso contrario, sopra la soglia dei 75.000 dollari la percezione della qualità della vita migliora mentre la felicità rimane stabile.
E’ quindi chiaro che: i soldi non danno la felicità se guadagni almeno 5000 euro al mese.
Elisabetta Massa