Perché quando facciamo benzina paghiamo ancora le tasse per le guerre in Etiopia?

248272_169947043170895_528809844_nOggi ho fatto il pieno e ho pagato nei  50 euro di benzina una quota per la guerra in Etiopia. Del 1935.

Ma nel 1935 esistevano le macchine? Cioè non era nato nemmeno mio nonno… perché io oggi devo pagare per una guerra che ho studiato sui libri di storia?

Vi spiego il meccanismo:  in teoria si tratta di caricamenti a tempo determinato, che però non spariscono più. Paghiamo per la guerra in Etiopia, la tragedia del Vajont, i terremoti, coprire gli aumenti salariali dei dipendenti statali.

Facendo due conti le accise sul petrolio costano più della materia prima in se stessa,  ma vediamo le accise nello specifico:

  1. Decreto Salva Italia
  2. Finanziamento cultura
  3. Rinnovo contratto autoferrotranvieri
  4. Acquisto autobus ecologici
  5. Accoglienza immigrati della crisi libica
  6. Terremoto in Irpinia
  7. Terremoto del Friuli
  8. Ricostruzione Vajont
  9. Finanziamento Crisi di Suez
  10. Guerra in Etiopia

 

Elisabetta Massa

Perché lanciamo le monetine nelle fontane?

rome-treviAlzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha provato a lanciare una monetina in una fontana per esprimere un desiderio! Io diverse volte con scarsi risultati.

Ho chiesto di far sparire la mia prof. di matematica delle medie, che Valerio mi notasse alle superiori, o trovare tutti i giorni parcheggio fuori l’ufficio…

Tornando a noi, si dice che le persone siano solite gettare i soldi nelle fontane per propiziarsi le divinità, che un tempo si credeva abitassero nell’acqua.

Non l’ho detto io, l’ho letto su Focus. Secondo le credenze celtiche e germaniche, bisognava gettare le armi dei nemici sconfitti in specchi o corsi d’acqua come offerta alle divinità.

Nei tempi in cui le monete erano in rame o argento, il contatto con l’acqua ne impediva l’inacidimento.

Ovviamente tralasciando il sacro e spostandoci sul profano, le monetine che gettiamo carichi di speranza nelle fontane vengono solitamente raccolte e destinate a opere di carità.

Quindi se qualcuno lassù mi ha visto gettare svariati euro nella fontana di Trevi è pregato di inviarmi cortesemente almeno una terza coppa C!

 

Elisabetta Massa

 

Il Canna-business

taxing_marijuana.jpg Tanti sono i Vip che negli anni si sono schierati a favore di questa battaglia… ognuno con la propria motivazione ma tutti a favore della legalizzazione della cannabis. Tra tanti ricordiamo J-Ax, Marco Pannella, il Dott. Veronesi, lo scrittore Roberto Saviano e tanti altri.

Tra le varie motivazioni troviamo l’opportunità di sottrarre un business alle mafie, l’utilizzo per scopi medici… o solo per divertimento. Continua a leggere

Non è vero… ma ci credo!

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L’Italia si sa, è la patria della scaramanzia e per quanto possiamo cercare di essere razionali, teniamo sempre per noi un buon 10% di scongiuri.

Di cosa stiamo parlando? C’è un analista, Sandy Jadeja, che sta mettendo in allerta tutti i trader e gli investitori del mondo. Secondo lui bisognerebbe fare attenzione alle date che vanno dal 26 al 30 di agosto, al 26 settembre e al 20 ottobre.

Perché? L’uomo ha previsto per le suddette date 3 crolli di mercato!

Potreste essere giustamente scettici… ma a sostegno della sua teoria c’è una lunga lista di presagi “azzeccati”.

  • 2005: anticipò il crollo dei mercati di otto settimane;
  • 31 luglio 2015: previde il crollo del Dow J. del 18 agosto, -12.5%;
  • 28 agosto: parlò del crollo che sarebbe avvenuto tra il 14 e il 17 settembre (-5.8% Dow J.)
  • Ottobre – Novembre 2015: previde il crollo del 4 gennaio.

 

L’Analista è in grado di prevedere i giorni neri di Wall Street, del Dow J. in particolare, e delle altre piazze finanziarie più importanti.

Jadeja è un analista tecnico ed è a capo delle strategie di mercato per Core Spread. In un’intervista all’Indipendent ha dichiarato: ”L’orizzonte temporale 2011-2018 è “molto pericoloso” e simile a quello che si è verificato tra il 1928 e il 1934, quando la Grande depressione seminò panico nei mercati di tutto il mondo.

Ovviamente nulla di scritto in tutto questo… Non è vero… ma (forse) ci credo!

 

Elisabetta Massa

#girlsdoitbetter

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Potrei iniziare questo articolo con una lunga dissertazione su quanto io sia nostalgica circa il periodo del Matriarcato ma credo che mi limiterò ad elencare i motivi per cui le donne “lo fanno meglio”.

Cosa? Tutto! Nello specifico, gli investimenti. Continua a leggere

Exit poll caserecci

L’articolo 75 della Costituzione vieta espressamente di svolgere un referendum che abbia come oggetto i trattati internazionali.  “E’ indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali”.

Ma fantasticare non fa mai male: voi come la pensate su un possibile Ital-exit?

Elisabetta Massa

Emozione: quanto mi costi!

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Avete presente l’espressione “Guardare con gli occhi dell’amore”? Quella sensazione di farfalle nello stomaco mista a diabete che tende ad enfatizzare e farci vedere come Graziano Pellè,  un Gattuso qualunque.

La stessa cosa succede in economia. Una sorta di distorsione cognitiva. Praticamente il mercato è guidato dai nostri stati d’animo.

Secondo gli esperti le persone non sono consapevoli del fatto che il loro stato emotivo può costare loro dei soldi. Come farsi prendere dall’ansia e disinvestire durante le fasi negative di mercato.

“Si chiama effetto di capitalizzazione e in economia sta a indicare la tendenza con cui la gente attribuisce agli oggetti che possiede un prezzo più alto di quello che essi stessi sarebbero disposti a pagare se non lo avessero.”

Sovrastimiamo tutto se si tratta di noi. Come diceva Pino Daniele “Ogni scarrafone è bell a mamma sua”. Sul mercato questo si traduce nel fatto che i venditori vogliono più denaro rispetto a quello che pagherebbero se fossero “dall’altra parte” ad acquistare.

Il mercato può essere influenzato. Ci avete mai fatto caso che nei ribassi di mercati i telegiornali seminano il panico? Gli investitori escono e le mani forti spesso rastrellano a basso costi.

I ricercatori hanno messo alla prova un gruppo di persone, inducendo disgusto o tristezza attraverso scene di film. Quando siamo nauseati da qualcosa l’effetto di capitalizzazione tende a dissolversi, quando siamo sconsolati a rovesciarsi.

“La tristezza innesca nell’individuo il desiderio di cambiare lo stato delle cose, inducendolo ad acquistare nuovi beni di consumo o vendendo quelli che possiede. Il disgusto tende invece a spingere le persone a liberarsi delle cose che possiede (a prezzo sottostimato) e a non acquistarne di nuove.”

Questi meccanismi sono utili a capire l’urto di certi avvenimenti scioccanti, come gli attentati dell’11 settembre, sull’economia. Il desiderio o l’avversione a spendere è proprio legata all’emozione suscitata dall’evento.

Sarà un caso che dopo 7 anni di matrimonio torniamo a guardarvi come un Gattuso qualunque?

 

Elisabetta Massa

9 tipi di colleghi che ti fanno venir voglia di cambiare lavoro

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Il lettore di postille: Sono hobbit che abitano nell’ufficio in fondo al corridoio a destra. Nella loro vita hanno letto più postille del giudice di Forum. Passano il weekend a studiare appendici e piè di pagina, per poi tornare nell’oblio dell’ultimo ufficio ogni lunedì mattina.

Il tecnologico: Non importa che tu abbia un Iphone o un Nokia 3310, lui ti farà vedere che ha “l’ultimo modello”. Ha scovato addirittura un’app che gli permette di pianificare il budget aziendale del 2039. Solitamente è figo. Almeno il mio collega tecnologico lo è.

La segretaria: Lei. L’unica. Inimitabile. Sempre al telefono con i clienti che le confessano più informazioni che al parroco o con i colleghi, che hanno sempre un favore da chiederle, come se fosse un caso di vita o di morte. Risponde in modo cordiale, anche se a volte sarebbe il caso di censurare i suoi pensieri di morte più sinceri ai soliti tre o quattro rompiscatole.

Il commerciale: se lo cerchi è al bar. A prendere il caffè? No, a fare relazioni sociali. Eri addirittura convinta che al bar ci lavorasse. Solitamente ha problemi a stare seduto alla scrivania, parla e gesticola in modo vivace. Sarebbe in grado di vendere sua nonna come un buon usato garantito.

Il nevrotico: Detto anche “oggi non è giornata”. Inseguito dalla nuvoletta di Fantozzi, sembra che le sciagure capitino tutte a lui. Gli rubano sempre il parcheggio, fuma in modo compulsivo, trova sempre clienti ansiosi e irritabili come lui.

Il “so tutto io”: Sempre cool, fashion, ammiccante. Si prende i meriti di tutto. Ha tre segretarie personali, va in cravatta anche al mare, non si capacita di non essere ancora diventato capo supremo. Ovviamente trama contro il capo supremo.

La vipera: Ti riporta alla mente la snob del liceo che ti guardava dall’alto in basso, ci avevi messo anni per superare quel trauma. Solitamente è odiosa. Le hai augurato mille volte di rompersi la caviglia con i tacchi ma per ora ancora nulla di fatto.

Il ritardatario: La riunione inizia alle 9, ma la tua convocazione sarà sempre alle 7.30. Non importa. Arriverai comunque alle 9.30.

Il “ma davvero lavora con noi?” Il collega che nessuno ha mai visto. Tutti ne parlano ma nessuno lo conosce. Ha sempre un imprevisto che gli impedisce di partecipare alle riunioni aziendali: dalla figlia con la febbre all’udienza papale.

Se nel tuo ufficio non c’è uno di questi personaggi, probabilmente potresti essere tu.

Elisabetta Massa

Carità cristiana, bilanci divini, stato laico e 8 per mille

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Maggio è tempo di bilanci. In tutti sensi: prova costume, chiusura dei bilanci aziendali, quanti soldi ho per andare in vacanza.

Quando si parla di bilanci e dichiarazione dei redditi viene spesso in mente l’8×1000.

Ma voi avete mai capito cos’è? L’otto per mille è la quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF, che lo Stato italiano distribuisce, in base alle scelte effettuate nelle dichiarazioni dei redditi, fra se stesso e le confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa.

Quest’ idea, ovviamente tipica di uno stato dichiarato laico, è nata nel 1985 da un accordo tra l’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi e il Segretario di Stato del Vaticano, Agostino Casaroli. Continua a leggere